Tenendomi

By Francesco

Ci sono momenti che mi sento come Luke Skywalker che guarda i due soli di Tatooine, confinato in un pianeta mediocre, con un lavoro mediocre (orfano, aiuta gli zii in lavori agresti.. su un pianeta desertico poi dev'essere dura) e una vita frustrante.
Sogna le battaglie stellari, i viaggi sugli speeder, una vita da jedi.

Il suo potenziale è immenso, ma è confinato in un pianeta ed in una realtà che lo limita fortemente, e desidererebbe uscire.
Quando l'Impero Galattico giunge sul pianeta e gli fulmina gli zii, scampato per miracolo decide di seguire le vie della Forza con l'anziano amico Obi-Wan Kenobi, non sapendo che nelle sue mani si sarebbe celato il destino della Galassia.

Riesce a fuggire solo quando tutto è perduto, e non ha scelta.
Solo quando si è lasciato alle spalle tutto, ma non per sua volontà.
Poteva andarsene anche prima, ma l'ha fatto solo quando non c'è stato più nulla da fare.
Io mi sento come Luke, che guarda i due soli di Tatooine al tramonto, e per un attimo si abbandona a quello che potrebbe essere il suo futuro.

Con la differenza che in questo deserto c'è una persona che mi tiene per mano, ma non mi aiuta a guardare lontano, a cercare qualcosa nel mio futuro. Mi sta aiutando a vivere il presente, a non preoccuparmi troppo, ad essere felice. A non cercare troppo e troppo a lungo, a non guardare troppo in avanti con il rischio di perdere gli attimi del presente, a non sprecare tempo a preoccuparmi di cose futili. In questo momento, per quanto mi riguarda, sento che siamo due soli gemelli, io e lei, come quelli di Tatooine. Due soli all'alba.. non sanno che giornata li attende, vogliono solo raggiungere la vetta assieme.
 


Merry Christmas to Everyone

By Francesco

Amici e nemici miei, lettori di questo blog o visitatori casuali, menti sedentarie o free bohemiens, con oggi inizia la grande e rapida scivolata di fine anno, che ci porterà al Natale, al Capodanno e a ritrovarci a gennaio più rincoglioniti e spaesati di prima, con un sacco di buoni propositi in mano e un impegno a mantenerli mischiato alla nausea da doposbronza e alle lasagne della nonna.

Inevitabile chiedersi: cosa ci ha lasciato?

Abbiamo fatto qualcosa per migliorarci, per diventare persone brillanti, ottimiste e fiduciose sul nostro futuro, oppure abbiamo perseguitato nei nostri errori, scavandoci un po' di quella fossa che ci accoglierà ogni qualvolta permetteremo ad uno sbaglio di farci sprofondare nella rognosa e perfida buca della depressione cosmica?

Abbiamo dato il meglio di noi stessi con le persone che ci stanno accanto, oppure ci siamo accontentati di macinare strada a risparmio, con la spia della riserva accesa?

Ci siamo fermati a fare un pieno di vita dai distributori giusti, oppure li abbiamo semplicemente guardati distrattamente dal finestrino, come fa un qualsiasi studente che abbia acciuffato un posto libero sull'autobus alle sette di mattina?

Ma soprattutto ci siamo resi conto di quanto sia meravigliosa la vita, e siamo troppo imbecilli per non accorgercene?
Via le fette di salame, via il velo di Maya (per i filosofi) e via tutti quei pregiudizi che ci impediscono di gustare ogni nostra giornata dall'inizio alla fine.

E un impegno comune, che lancio a tutti noi: al posto di preparare dei buoni propositi entro la fine dell'anno, utilizziamo quest'ultima settimana per mettere a posto tutte quelle cose che nella nostra vita non vanno bene. Chiudiamo i cassetti che non c'entrano, liberiamoci dei pesi, diciamo quello che pensiamo, ma soprattutto, come mi insegnò mia cugina, cerchiamo di non avere mai paura di dire ciò che si ha nel cuore.
Non è mai troppo tardi.. almeno nella maggior parte dei casi.
Con il tempo ho scoperto che la sincerità è la strada più difficile, ma è anche quella che porta ai risultati più grandi, più soddisfacenti e vibranti, anche e soprattutto nel caso in cui pensavamo che le cose non sarebbero andate mai secondo le nostre aspettative. Il bello è proprio questo: nella sua imprevedibilità la vita ci regala dei momenti che nemmeno uno sceneggiatore hollywoodiano saprebbe pianificare, e che nemmeno Michael Chrichton saprebbe descrivere. I cosiddetti "momenti unici", o "momenti top" della nostra esistenza. Ma non avvengono solo per caso, e la maggior parte di essi in qualche modo ce li guadagnamo noi. Per questo è importante impegnarsi, anche quando sembra tutto contro di noi... alla fine non è uno su mille che ce la fa? :)

E quando abbiamo dato del nostro meglio, più del risultato importa come abbiamo combattuto.
Ce lo insegnano anche William Wallace di Braveheart, Massimo da Il Gladiatore e Rocky. Alla fine dei rispettivi film due schiattano e uno perde l'incontro. Ma sono eroi perchè hanno combattuto da Eroi. e lo siamo anche noi, degli eroi, ogni giorno! (come ci insegna il Capa in una sua canzone)

Come ultima cosa... e chi mi conosce sa quanto questo sia importante per me: la scelta del brano musicale che aprirà l'anno prossimo. Un nostro pezzo, una canzone che amiamo, e che scegliamo simbolicamente come nostra musa ispiratrice, come segno di voler iniziare con serenità l'anno nuovo, come volontà di saper vivere il lato migliore e autentico delle feste imminenti, di saper amare le persone che ti circondano, anche quelle che ci sembrerebbero non meritare il nostro affetto, di essere il cuore e l'anima dei festeggiamenti, di saper essere persone così seducenti e brillanti da diventare un punto di riferimento per tutti quelli che ci sono attorno.

Auguro a tutti noi di essere soddisfatti dell'anno concluso, e di poter affrontare quello nuovo con la certezza e la serenità di non dover lavorare molto per essere migliori.

Il brano che sceglierò sarà "Life in Techicolor II" dei Coldplay.
Questo brano, in gran parte strumentale, è un ottimistico inno alla gioia, al vivere e vedere la vita "a colori", stupendosi di ogni cosa, come solo pochi sanno fare.

.. e dunque, bando alle ciance! Buon Natale e felice anno nuovo a tutti!

francesco

Post scriptum: Ho scelto un cane come immagine di apertura del post perchè quello del mio amico Marcello è malato. Spero che l'anno nuovo possa portare un po' di salute anche per lui.
 


Ho messo via

By Francesco


Ci tenevo a ringraziare tutti i presenti al mio primo "concerto" al Red Mill, dedicando loro questa celebre e dolce canzone del Liga. (tratta dall'album Sopravvissuti e Sopravviventi del 1993.)
Sappiate che mi resterete tutti nel cuore, assieme a quella splendida serata.
Se un giorno, in un'ipotetica ed alternativa dimensione, diventerò famoso, potrete dire "io c'ero". Ma credo possiate farlo anche ora, e se non vi spiace, senza troppi problemi inaugurerei io il corteo...

"Io c'ero" !!
(e ci mancherebbe, se stavo a casa il tipo del locale mi dava talmente tante sberle che mi sarei comunque ricordato la serata! :)

Tornando seri, credo che la canzone che da il titolo all'intervento possa aiutare un po' tutti noi a "metter via" le cose più brutte e spiacevoli, senza però perdere l'entusiasmo di scoprire le novità, e senza che queste vengano contaminate dallo schifo di tante brutte cose che ci circondano.

Ascoltiamo il Liga..
mettiamo via.

Ho messo via un pò di rumore
dicono cosi si fa
nel comodino c'è una mina
e tonsille da sei mila watt.
Ho messo via i rimpiattini
dicono non ho l'età
se si voltano un momento io ci rigioco
perchè a me... va.
 


Sur le Fil

By Francesco
Dopo qualche settimana di studio, oggi ho fatto la prima registrazione di "Sur le Fil", di Yann Tiersen.
Pezzo apparentemente facile da suonare per il suo carattere lento e malinconico, ma che presenta in realtà numerosi ostacoli, in difficoltà crescente, soprattutto nella parte dove la mano sinistra scavalca la destra, e nel rapido finale in diciannove sedicesimi!

Dedico questo pezzo a mio zio Pierangelo, persona che più di tutte ha saputo cosa significhi essere "sul filo", persona ha saputo resistere e restare in piedi quando le cose si mettevano veramente male. I migliori auguri perchè possa rimanerci e camminare libero, con il coraggio di affrontare le strade che riterrà più giuste, anche se queste si prospettano come un lungo viaggio, a bordo di un filo, fra due grattacieli a strapiombo sul vuoto. Sono i viaggi che vale la pena vivere.

 


buon compleanno cuginetta!

By Francesco
Ottobre è mese di compleanni, ed è arrivato finalmente anche quello della mia cuginetta Valentina!
A cui, oltre a fare i consueti auguri, mi permetto di svelare al mondo che è colpa sua se ho conosciuto i Coldplay e non faccio altro che parlare di loro! ^_^
(un giorno infatti mi disse "Mi sembri un tipo da Coldplay! Perchè non provi ad ascoltarli?)

Ebbene, non potevo non dedicarle un paio di filmati aventi per minimo comune denominatore la voce rassicurante di Chris Martin!

Il primo è tratto da un concerto a Chicago e, nonostante l'audio cavernoso da ripresa amatoriale, mi sono sentito di includerlo ugualmente, perchè è ripreso dagli occhi (e dalla videocamera) di uno spettatore, ed è come assistere il concerto, con le urla delle fan scatenate e il quadro di Géricault che troneggia immenso dietro i cantanti.

Il secondo filmato invece raffigura un omino che tenta di suonare Viva la Vida, con l'audio altrettanto cavernoso e uno sbaglio ogni cinque secondi, ma che dedica con il cuore tutti i suoi sforzi, sperando vengano apprezzati! :)

 


Life Lessons #2: Il periodo di prova

Category: By Francesco

Eccoci alla seoconda parte della rubrica Life Lesson!
Prima di tutto, un ringraziamento pubblico per i commenti di Francesco (Aster), Elisabetta e Anna (la quale mi ha inviato praticamente un tema!)

Per gli anglofoni, inoltre, consiglio l'esaustivo sito di Steve Pavlina, chiamato Personal Development for Smart People, una vera e propria miniera d'oro per chi volesse fare della propria vita ciò che ha sempre desiderato.

Detto questo, passiamo al dunque.
Oggetto di questo seconda parte sarà il periodo di prova.

Come per i software a pagamento che scarichiamo, anche a noi è concesso di "installare" nel nostro corpo dei programmi (in questo caso future abitudini) e poterle rimuovere nel caso queste non ci piacciano.

E' l'obiettivo del periodo di prova, nel quale decidiamo una serie di obiettivi e cambiamenti da attuare all'interno di un periodo compreso fra i venti e trenta giorni, al termine del quale saremo liberissimi di tornare alle nostre vecchie abitudini.

Spesso pensiamo ad un cambiamento come qualcosa che influenzerà il resto della nostra vita, e questo ci blocca psicologicamente! Il nostro cervello rifiuterà, se verrà posto di fronte ad un cambiamento radicale di abitudini, pensato in funzione di un futuro nel quale faremo l'esatto opposto di quello che facciamo ora.

Perchè invece non pensare al cambio di abitudini come una scelta temporanea?
Leggiamo il giornale un'ora al giorno per un mese, poi torniamo su msn.

Questo richiede un po' di autodisciplina, ma non quanta ne richiederebbe un cambiamento definitivo!

Ed una volta terminato il periodo di prova, cosa potrebbe succedere?
Prima di tutto è passato sufficientemente tempo per installare in maniera discreta un'abitudine. Secondo, avete cancellato gran parte di quella vecchia. Terzo, avete alle vostre spalle un periodo di 30 giorni nel quale avete fatto veramente ciò che volevate, e questo potrebbe darvi veramente un guadagno in termini di autostima!

Perchè allora non provare?
Di seguito, qualche esempio (a volte anche drastico) per poter strutturare una scaletta/programma per i vostri 30 giorni:

- Non guardare più la tele. Registrate i vostri programmi preferiti e guardateli alla fine del periodo.

- Per i timidi, fare una telefonata al giorno (anche breve)

- Non usare più msn e al suo posto uscire e per una corsa o una camminata

- Iniziare una conversazione con uno sconosciuto

- Rispondere bene a chi ci aggredisce verbalmente

- Smettere di fumare o di mangiare dolci

- Imparare una parola nuova ogni giorno

- Scrivere una pagina di diario (sempre al giorno)

- Chiedere a qualcuno dell'altro sesso di uscire, almeno una volta al giorno. Anche se la percentuale di successo è piuttosto bassa, sicuramente riuscirete a combinare un paio di appuntamenti, e chissà, magari incontrerete anche il vostro futuro partner!

Fatemi sapere i risultati, ed eventuali commenti!
A presto, e in bocca al lupo!!
 


Cambiare abitudini

By Francesco

Avete mai sentito il bisogno di cambiare?
Una vocina da dentro che vi dice: "Ehi, questa non è la tua vita! Non stai facendo il possibile perchè le cose cambino!"

Certo, è vero che le cose alla fine vanno come vogliono loro e che il destino è perlopiù immutabile.
Ma siamo sicuri di fare ogni giorno il possibile perchè le cose vadano, invece, come vogliamo noi?

La risposta è, nella maggior parte dei casi, no.
Spesso infatti ci accontentiamo, vivacchiamo, facciamo giusto il minimo indispensabile.

Oggi quella vocina si è fatta sentire più forte di tutte le altre.

Sotto pressione ed incentivi della mia amica Rubina, che pubblicamente ringrazio e alla quale dedico questa rubrica, inauguro la sezione con una fondamentale premessa:

Life Lessons non significa che avrò la presunzione di dare lezioni di vita: significa piuttosto che condividerò con voi alcune riflessioni, allo scopo di migliorare e divenire protagonisti della propria vita (o perlomeno morire combattendo :)

Questa rubrica non è rivolta a quelle persone sicure di sé, che credono di vivere una vita perfetta e di averne il totale controllo.
Seppur non possa fare a meno di invidiarle, mi sono reso conto di non essere così, e di non essere il solo. Ma ho anche capito che l'insicurezza può essere una vera e propria forza, e che basta saperla prendere e sfruttare nel modo giusto.

Questa sarà una rubrica settimanale.
Il che significa che, dato un obiettivo, passerà una settimana, alla fine della quale rivedremo assieme i risultati e le riflessioni scaturite nei sette giorni di prova.

E' dunque indispensabile la vostra presenza e i vostri commenti, in quanto, lo ripeto, non sono un insegnante, anzi, sono desideroso con voi di intraprendere questo piccolo viaggio... e credo forse che l'unica cosa che ho più di voi è proprio la necessità di cambiare.

CAMBIARE ABITUDINI
Honoré de Balzac diceva:

"Nessuno osa dire addio a un'abitudine. Molti suicidi si sono fermati sulla soglia della morte per il ricordo del caffè dove vanno tutte le sere a fare la loro partita a domino."

Come non dargli ragione!
Quante volte ci è capitato, e magari accade tutt'ora, di procedere con abitudini dannose, o semplicemente cretine, solo per il fatto di esserci abituati e di non aver voglia di cambiare?

Un altro famoso scrittore francese, Proust, diceva: ""La costanza di un'abitudine è di solito proporzionale alla sua assurdità."

Non vi è mai capitato di percorrere per anni la stessa strada per andare a scuola, o andare alla stessa fermata della filo, scoprendo all'improvviso che dietro l'angolo c'era una fermata più vicina e un percorso per andare a scuola molto più breve?

Una cosa però è molto positiva.
Se state leggendo e siete a questo punto, allora significa che volete cambiare abitudine, ma questa fallisce irrimediabilmente ad ogni tentativo, cadendo nel vuoto come i buoni propositi di inizio anno nuovo? (quelli tipo: farò il bravo, perderò 30 kg, mi fidanzerò con Madonna)

Un piccolo segreto c'è, e magari già tutti lo sapete, eppure metterlo in pratica rappresenta una vera sfida: ebbene, cambiare abitudine da un giorno all'altro è come effettuare la mossa del Barbiere negli scacchi.
Quella mossa è abbastanza conosciuta nell'ambiente perchè in pochi spostamenti permette di fare scacco matto. Sebbene questa tecnica sia un grado di umiliare i principianti, un giocatore esperto può tranquillamente riderci sopra, scoprirla e contrastarla nel giro di poche mosse.

La medesima cosa la attua la nostra mente per le abitudini radicate: se avete cominciato a bere caffé da dieci giorni, smettere non vi costerà molta fatica. Ma se fumate da più di un anno, la vostra abitudine riconoscerà la vostra intenzione di cambiare, e vi farà fallire miseramente.

Ecco dunque che entrano in gioco tre fasi:

1) Planning: La mossa essenziale: ci si mobilita, si prepara il cambio di abitudine, si dispongono i pezzi, si osserva la scacchiera. Dobbiamo fare un punto della situazione.

2) Preparazione: La fase più lunga e delicata! Si sta per fare la mossa, passando dalla teoria alla pratica. Abbiamo osservato la situazione, è ora attuare piccoli accorgimenti, diventando un pelo più aggressivi e attaccando le fondamenta dell'abitudine, ma non ancora l'abitudine stessa.

3) Scacco matto: Se il planning e la preparazione sono stati accurati, allora nulla ci impedirà di fare scacco, senza troppa fatica, alla nostra abitudine. A differenza del gioco degli scacchi, però, per cambiare abitudine ci è fortunatamente concesso quanto tempo vogliamo, al fine di organizzare un temibile scacco matto.

Fatta la mossa, servirà poi attuare quello che si chiamerà il Periodo di Prova, del quale parleremo nella prossima puntata!

Un grande in bocca al lupo a tutti, quindi, e mi raccomando, fatemi sapere dei i vostri scacchi matti!
(scrivendo due righe qua sotto o mandandomi una mail!)

I migliori resoconti, le migliori riflessioni e i migliori commenti verranno lodati pubblicamente e premiati con un riconoscimento ufficiale! :)
 


Evviva gli sposi, parte 2

By Francesco

Quando si hanno degli impegni, solitamente si da loro una collocazione.
Quando questi si sono automaticamente già collocati hanno solitamente il brutto vizio di accavallarsi uno sull'altro.

E' questo il caso del matrimonio di oggi pomeriggio: esattamente a cavallo del catechismo dei bambini di terza elementare.

A quel punto ho allora deciso di rendermi gli eventi, di partenza complicati, un attimino più scorrevoli. Mi sono dunque procurato:

1) Scarpe da ginnastica per la corsa veloce fra chiesa e oratorio
2) Ingrandimento della marcia nuziale stampata a modello "per orbi" nel caso il panico mi costringesse a leggere le notine una per una
3) Binocoli, per riconoscere meglio il momento in cui la sposa, smesso di contemplare la navata centrale, si avvia nella fatidica camminata che la porterà all'altare dopo 30 secondi

Grazie al cielo, nonostante la galoppante tachicardia pre-esibizione in pubblico, è andato tutto liscio come l'olio, tranne un paio di notine sulle quali sono inciampato, ma nulla di preoccupante.
Poi di corsa a catechismo.

Tirando le somme, credo complessivamente di aver perso cinque o sei kg.. non male per un tranquillo sabato pomeriggio!
 


Come pulire la tastiera!

By Francesco


La vittoriosa missione di pulizia della mia tastiera, che non vedeva uno straccio da circa un anno, mi da lo spunto per scrivere una piccola guida, che magari potrà aiutarvi nell'impresa di pulizia della vostra amata keyboard.

PULIZIA DELLA TASTIERA

Occorrenti (fra parentesi la soluzione economica):

- Panno Morbido (Straccio)
- Sgrassatore (Acqua)
- 30' (10')
- Una decina di cotton fioc (Un singolo cotton fioc.. poi se sopravvivete fateci la foto quando avete finito!)
- Compressore (Bomboletta ad aria compressa)

Dopo aver staccato la tastiera dal pc, rovesciatela e battetela delicatamente sul retro per far uscire tutte le porcherie in essa depositate (ciglia, residui tossici, bricioline).
Soffiate poi con l'aria compressa fra i tasti per far uscire gli ultimi residui.

Ricordo un mio amico che passava l'aspirapolvere sopra i tasti per raccogliere le briciole delle fette biscottate della sua ragazza... vi raccomando di non arrivare a quei livelli!

Passate poi la superficie dei tasti con il panno inumidito, e una volta che sono belli bianchi, armatevi di pazienza e con un cotton fioc umido pulite delicatamente i quattro lati dei tasti.
La pulizia degli interspazi è un'operazione facoltativa, direi per i più certosini, che rende però la tastiera linda come se fosse stata appena acquistata.

E allora che aspettate, sotto con le pulizie, e fatemi sapere i risultati!!
 


Sur le Fil

By Francesco

Quando cammini sul filo, ci sono dei momenti in cui non c'è nessuno che ti da la mano, e per paura di cadere, non la accetti nemmeno da quei pochi che te la offrono.

Quei momenti in cui prendi una boccata d'aria, cerchi di non guardare in basso, ti carichi di ottimismo, ti dai la spinta, e dici: "Ooook! Adesso devo farcela da solo, devo arrivare alla fine della corda!"

Se ti giri indietro ti ammazzi, e la tua traversata non ha più senso.
Se ti fermi un attimo, può succedere che ti spaventi, che guardi in basso, che perdi l'equilibrio.
E se indugi... medesima fine.

Ma allora vale la pena?

La risposta è sì.
La maggior parte dei fili che decidiamo di percorrere durante la nostra vita ci riservano qualche botta, nella caduta, ma non compromettono la nostra esistenza in maniera definitiva.

Altre decisioni invece sì.
Ma sta a noi distinguere le une dalle altre, i fili della resposabilità, dell'azzardo, dell'amicizia, della scuola, dell'amore.

Forse è per quello che le persone, pur di non vivere nell'indecisione, si spostano fra i palazzi su di un filo che potrebbe tradirli da un momento all'altro. E, pur sapendolo, lo fanno lo stesso.

Con la stessa pazienza con cui il mio ragno casalingo ricostruisce ogni notte le ragnatele che io, da buon aracnofobo, gli distruggo tutte le mattine, così anche tante persone che ci circondano non si fanno buttare a terra dalle prime difficoltà, anche quando un bastardo che ti odia per il tuo aspetto distrugge tutto quello che hai (in questo caso, ahimé, il bastardo sono io e la vittima è il ragnetto)

Eppure si continua così, e piuttosto che vivere nel mio palazzo, a guardare gli altri che si spostano, che cadono, che fanno voli da paura, che atterrano sulla rete, che si sfracellano la faccia, oggi salgo sul mio filo... non sapendo cosa mi aspetta, di certo consapevole della difficoltà, con una fifa tremenda, e con gli occhi fissi sull'obiettivo.

Sur le fil.
 


Evviva gli sposi!

Category: By Francesco



Quasi salto sulla sedia quando mi chiamano a suonare ad un matrimonio.
Nel grande universo del suonare in pubblico, quello della cerimonia nuziale è certamente uno degli eventi più toccanti.

E stamattina quel fatidico momento arriva.
Di ritorno frettoloso e congelato dalla Messa all'aperto durante la quale i catechisti ricevevano il Mandato per il nuovo anno, giusto il tempo per indossare giacca e cravatta e scongelarmi le mani, che nel frattempo erano diventate appendici giacciate, e via di corsa in Chiesa.

Niente marcia nuziale, stavolta, in quello che è il mio quarto matrimonio come organista. E come nei quattro precedenti, la sposa si fa attendere. L'eccitazione è palpabile, fino al momento in cui entra, e attacchiamo con una bellissima canzone che non conoscevo fino a pochi giorni fa, l'inno all'Amore, a cui seguono il Gloria, l'Alleluia, il canto di offertorio "Amazing Grace", Santo, canto di comunione e l'Ave Maria conclusiva (quella di Gounod).

Un'ora e mezza di celebrazione, terminata con applausi, riso negli occhi e botti vari (qualche coriandolo deve essere ancora appiccicato alla facciata frontale della Chiesa!)

Ma bando alle ciance:
Qui sotto trovate le poche e drammaticamente anonime foto che ho scattato con il cellulare, mentre purtroppo le registrazioni sono uscite talmente male che a cantare al posto dei nostri bravissimi cantori sembrava ci fossero stati un branco di orsi che ululavano dal fondo di una caverna!

Un in bocca al lupo allora a Luca e Paola per una vita serena assieme (senza lanci di pentole e stoviglie!)

 


Il volo dei gabbiani ipotetici

By Francesco

A volte volare non è una scelta, ma una necessità.

C'è chi ne fa una filosofia di vita, chi vola spesso, chi quando capita, chi di rado, chi ancora rifugge il volo, la vera e propria arte del sogno ad occhi aperti, del fluttuare delle speranze, del sentirsi veramente liberi, come la più terribile delle costrizioni.

Ma volare è una necessità.
Volando scorriamo le onde, la nostra vita, scendendo a bassa quota solamente per ciò che merita la nostra presenza, merita che interrompiamo la nostra corsa, e ci soffermiamo a vedere e a scrutare meglio cosa ha calamitato le nostre attenzioni.

Magari è un falso allarme, tante volte lo è. In quei casi non dobbiamo lasciarci turbare, bisogna tornare in volo il prima possibile.

Quante volte siamo stati male per le frasi, le accuse e le insinuazioni di una persona, e abbiamo continuato a riflettere sulle sue parole, quando in realtà bisognava semplicemente che scorressero con il flusso di tutte le altre parole di ogni giorno?

A volte, nella discesa dal volo, fra i falsi allarmi, capita qualcosa che riteniamo importante, e ci fermiamo.
Spesso però questa permanenza ci sottrae al volo e allo scorrere della vita troppo a lungo, e noi non possiamo permettercelo, non possiamo permetterci di restare indietro.

Quanti di noi sono restati davanti al computer troppo tempo, sottraendosi alla vita che li aspettava appena fuori di casa loro? Quanti si sono innamorati e hanno perso la testa, tanto da non sapere più dove andare? Quanti non si sono accorti che qualcuno ci voleva veramente bene, ed era troppo tardi per tornare indietro? Quanti di noi hanno trascurato le persone care che ci stavano accanto, con sciocchi pretesti, o a causa di una giornata andata male?

Non possiamo smettere di volare, nemmeno quando vorremmo ficcare la testa nella sabbia,, oppure quando sentiamo la necessità di sparire, di prendere il largo, come il navigatore Éric Tabarly, che si allontanò dal mare d'Irlanda, e non tornò mai più.

Oppure ancora come Giorgio Gaber, che vedeva nel volo, in questo slancio, un modo attraverso il quale una persona poteva sentirsi più di sé stesso...

[...] Era come ...due persone in una. Da una parte la personale fatica quotidiana e dall'altra il senso di appartenenza a una razza che voleva spiccare il volo per cambiare veramente la vita.
No. Niente rimpianti.
Forse anche allora molti avevano aperto le ali senza essere capaci di volare…come dei gabbiani ipotetici.
E ora? Anche ora ci si sente come in due.
Da una parte l'uomo inserito che attraversa ossequiosamente
lo squallore della propria sopravvivenza quotidiana e dall'altra il gabbiano senza più neanche l'intenzione del volo perché ormai il sogno si è rattrappito. Due miserie in un corpo solo.